Inchiesta Sul Cibo

CLASSE II G A.SC. 2010-2011 – <> SALSOMAGGIORE

 

 

PROGETTO <> – <>

 

 

Guardare e analizzare alcuni documentari sul tema del procacciamento del cibo, della  sua produzione industriale e/o artigianale e della salvaguardia  dell’ambiente, del sapore e della qualità, delle coltivazioni alimentari biologiche  e della salvaguardia della salute umana.

 

 

E’ possibile a scuola approfondire un argomento, utilizzando proficuamente comunicazioni  visive? La II G ha provato a farlo e il saggio di uno degli alunni ne è il risultato.

 

PRIMO DOCUMENTARIO :

GLOBAL SUSHI.

 

I NOSTRI FIGLI MANGERANNO SOLO MEDUSE

http://current.com/groups/promotion/92402716_global-sushi-promo.htm

 

PRODUCTION CAPA  –   CANAL +    –   PLANETE  et  PLANETE THALASSA
REGIA DI PIERRE CANET- JEAN MARIE MICHEL – DAMIAN VERCAEMER

 

SECONDO DOCUMENTARIO
INCHIESTA : L’INDUSTRIA DEL CIBO. MOZZARELLA

 

http://current.com/groups/promotion/92652188_lindustria-del-cibo-la-mozzarella.htm

 

TERZO DOCUMENTARIO
INCHIESTA : L’INDUSTRIA DEL CIBO. LE FRAGOLE

 

http://current.com/groups/promotion/92652195_lindustria-del-cibo-le-fragole.htm

 

QUARTO DOCUMENTARIO
ACIDI GRASSI. IL RISCHIO INVISIBILE

 

http://current.com/groups/promotion/92667801_lindustria-del-cibo-acidi-trans.htm

 

INCHIESTA SUL CIBO

ROBOT VS HOMO SAPIENS SAPIENS

 

PESCA O STERMINIO

 

MOZZARELLA O “PALLE DA TENNIS ALIMENTARI”

 

FRAGOLE AL PROFUMO DI BOSCO O  MELE CON LA VARICELLA

 

OLIO TRANSEUNTE IN MARGARINA ARTIFICIALE O GRASSI NATURALI

 

TESTO   DI     ANTONINO BILLA

 

– Negli ultimi anni il progresso tecnologico è avanzato in modo del tutto inimmaginabile. Questo avanzamento ha coinvolto il mondo intero in tutti gli aspetti del vivere :

  • DOMESTICO : televisori e computer di ultima generazione offrono nuove definizioni delle immagini o addirittura   la tridimensionalità’;
  • SOCIALE : cellulari tuchscreen e sensori di movimento hanno abolito la tastiera e scavalcano gli oceani;
  • DELL’INTRATTENIMENTO : consoles della gamma della Playstation, dell’XBOX e altre offrono giochi interattivi praticabili in qualsiasi luogo;
  • AMBIENTALE : pescherecci ad alta tecnologia svuotano i fondali oceanici, fertilizzanti chimici dimezzano i tempi di coltivazione; mangimi studiati in laboratorio consentono di allevare pesci ed  esseri animati in quantità grandissime e in periodi  brevi;
  • ALIMENTARE : macchinari industriali producono quintali di cibi in pochi minuti, utilizzando sostanze che non esistono in natura, cibi che si possono conservare a lungo senza alterazioni e che hanno un sapore e un aroma stimolanti ma artificiali come il loro aspetto, che non rimanda più a quello dell’essere vivente da cui l’alimento stesso è stato ricavato ; e l’elenco potrebbe essere più lungo…

 

PESCA O STERMINIO

 

– Focalizzando  sul problema della salvaguardia dell’ambiente  e, in particolar modo, di quei settori legati al procacciamento e alla produzione degli alimenti, ci troviamo di fonte a molte situazioni allarmanti, relativamente alle quali l’umanità dovrebbe assumere atteggiamenti e comportamenti più riflessivi, equilibrati e diversi da quelli di oggi.

– Il SUSHI ha caratteristiche che lo rendono adatto ai nostri stili di vita e di moda : è veloce da mangiare, è esotico, è nutriente e leggero.

– Ha acquisito 28 milioni di consumatori nei paesi industrializzati →QUESTO PERO’ RISCHIA DI CAUSARE LA DISTRUZIONE DELLE RISORSE ITTICHE SE SI CONTINUA A PESCARE E AD ALLEVARE PESCE COME SI FA OGGI, tenendo in considerazione, cioè, solo il busines.

– NOBU, cioè a MATSUHISA NOBUYUKI, è il “padre ” del sushi, imprenditore e attore giapponese; è colui che è riuscito a vendere il pesce crudo nella patria dell’hamburger : ha 25 ristoranti molto quotati sparsi nelle capitali del mondo, in società con Robert De Niro, ristoranti frequentati dal jet-set del cinema e non solo.

– La moda del sushi è cominciata a Beverly Hills, località del glamour a sud di Los Angeles, praticamente ormai un quartiere della città, in cui ora sono in funzione 2000 ristoranti giapponesi.

– In Giappone, a Tokyo, si trova il mercato del pesce più grande del mondo, che si chiama   Tsukiji : qui, ogni giorno, si vendono 2.000 tonnellate di pesce fresco di altissima qualità. Questo dato, da solo, è in grado di evocare il problema della sovrappesca : per ottenere questo risultato, pescherecci hi-tech in grado di confezionare e surgelare il pescato in mare aperto, calano la SCIABICA, una rete lunga centinaia di metri, la lasciano in acqua per molte ore e poi la ritirano, strappando dal fondale qualsiasi cosa vi si trovi, anche i coralli ad esempio, che hanno tempi di crescita di decenni; o pesci abissali che si riproducono ogni 30 o 50 anni.

– I proventi della pesca “hi-tec” hanno attirato investimenti e capitali enormi di aziende famose in altri e lontani settori produttivi, cioè quelli dell’auto e dei motori. Quindi marchi come  MITZUBISHI – SOJITZOO – MARUKHA – NHONMARINE – TOKIO SEAATOOHCH – TOCTO sono proprietari di impianti di refrigerazione (a -60°) del pescato e nella sua commercializzazione : anche questo è un elemento di incentivazione della sovrappesca.

 

– I pescherecci in mare sono oggi dai 3000 ai 4000 e attuano una pesca in grado di esaurire in un decennio bacini marini come il Mediterraneo, che è stato utilizzato dall’uomo in passato per 7.000 anni senza conseguenze, prima dell’avvento della tecnologia.

– Organizzazioni ecologiste come GREEN PEACE o WWF cercano giustamente, ma  vanamente, di contrastare questo gioco al massacro e all’estinzione delle risorse ittiche .

 

MOZZARELLA O “POLISTIROLO” PER  ALIMENTI

 

– Sfortunatamente il problema ambientale non si limita “solo” a questo squilibrato e acritico utilizzo delle creature marine, ma coinvolge anche le risorse della terra secondo modalità e dinamiche diverse.

– Le bufale allevate in Campania sono l’ “ingrediente” sine-quo-non viene prodotta la pregiata  MOZZARELLA, simbolo della migliore e storica tradizione alimentare italiana. Ma da alcuni decenni esiste in questa regione il problema della contaminazione del suolo e delle falde acquifere da diossina, causato dall’indiscriminato sotterramento di rifiuti indifferenziati, anche tossici, da parte delle organizzazioni criminali che monopolizzano il business della raccolta e dello smaltimento. Si è creata una malefica catena : dal terreno la diossina arriva all’erba, dall’erba alle bufale, dalle bufale al loro latte e quindi alla mozzarella e dalla mozzarella all’uomo. La Campania ha un’incidenza di malattie degenerative quattro volte più alta che il resto del paese.

– Per risanare la gravissima situazione, che ha colpito pesantemente prima di tutto la gente e gli affetti e poi anche l’economia, sono stati messi in atto controlli a tappeto del latte e sono stati messi in quarantena molti allevamenti : questo impedisce la commercializzazione di alimenti inquinati, ma rovina gli allevatori e molti di coloro che lavorano in questo settore. Soprattutto non affronta il problema dello smaltimento indifferenziato dei rifiuti.

– Alba Mandara è la proprietaria di un caseificio industriale, in cui arrivano 80.000 litri di latte di bufala al giorno su autocisterne : si è fatta costruire un macchinario in grado di controllare la composizione del latte ed evitare imbrogli di qualsiasi tipo. Anche le sue vendite hanno risentito in parte dell’influenza negativa dell’allarme “diossina”.

– La mozzarella prodotta industrialmente non ha la qualità, ma soprattutto non ha la bontà di quella prodotta secondo il tradizionale e artigianale metodo antico.

– Fortunatamente c’è ancora chi preferisce la qualità alla quantità : è Ferdinando Cozzolino, allevatore e produttore di mozzarella in quel di Presenzano, cento chilometri a nord di Napoli. Lavora in modo estremamente rigoroso e accurato 400 chili di prodotto al giorno, un decimo di quello industriale, con l’aiuto di suo figlio e di tre dipendenti, ottenendo così una mozzarella coi fiocchi.

 

FRAGOLE
FRANCIA VS SPAGNA

 

– Per quello che riguarda il conflitto tra quantità e qualità esso è presente anche nel mondo della fragola : in questo caso potremmo dire Francia contro Spagna.

– La vita delle fragole inizia nelle serre, nelle quali vengono coltivate in diversi modi. In Francia se ne contano diverse specie : DARSELECT – GARIGUETTE – CHARLOTTE – CIRAFINE, ognuna con una propria interessante storia, che coinvolge niente-popò di meno che il Re Sole, Luigi XIV. Egli mandò nel 1712 in Cile un suo ufficiale, il capitano Amedée François Frezier, per spiarvi le colonie spagnole; egli prelevò dei vegetali a cespuglio che crescevano spontaneamente in prossimità del mare : erano fragole. Egli le portò in Francia, dove però non produssero più frutti. Solo dopo centoquarant’anni, a Bordeaux, all’Istituto Nazionale di Ricerca Agronomica, si scoprirà, per caso, mettendo vicino a quelle antiche piante cilene delle piante di fragola maschio, che quelle non fruttificavano, perché erano tutte femmine. Fino al Settecento esistevano in Europa solo le fragoline di bosco.

– La DARCELECT è un frutto voluminoso, che rivela tutta la propria freschezza attraverso la lucentezza della rossa superficie; la GARIGUETTE ha una forma allungata come un fuso e un equilibrio sottile tra dolcezza e acidità; la CHARLOTTE ha un colore rosso intenso, un sapore ottimo e un aroma di bosco; la CIRAFINE ha il petalo anche da matura ed è molto dissetante.

– Tutte  queste fragole francesi hanno un periodo di maturazione che dura nove mesi; vengono curate nel migliore dei modi, evitando concimi e antiparassitari tossici e non vengono raccolte se non sono completamente rosse e non si sciolgono in bocca.

– Al contrario le fragole spagnole hanno un periodo di maturazione “a marce forzate”, che dura tre mesi, un terzo rispetto alle fragole francesi, vengono colte anche se non sono del tutto mature, vengono prodotte in “massa”; ma non hanno alcun sapore, tanto che al morso la loro consistenza e il loro aroma potrebbero essere scambiati per quelli di una mela. Questo perché sono stati usati fertilizzanti chimici, un cocktail, potenzialmente dannoso sia per il terreno di coltura che per il consumatore. Questa fragola spagnola, prodotta, è il caso di dire, con sistemi industriali, si chiama CANDONGA e costa al consumatore un terzo rispetto a quelle francesi : la comprano otto persone  su dieci proprio per il prezzo così conveniente…

 

STORIA DI UN GRASSO ALIMENTARE ALIENO

 

– Un altro problema alimentare non dipende solo dalla tecnologia, ma piuttosto dallo sviluppo delle conoscenze scientifiche che ci consentono oggi di creare sostanze che in natura non esistono : ad esempio gli ACIDI GRASSI TRANS. Basta scaldare dell’olio d’oliva e aggiungere idrogeno quando arriva a 180 gradi centigradi : allora passa dallo stato liquido a quello solido e non sembra più olio, ma margarina e invece non è più né l’uno, né l’altro : è un’entità aliena…

– Essi sono, sotto molti risvolti, utili, ma nella sostanza profondamente dannosi, perché danneggiano pesantemente il nostro organismo. Sono poco costosi, facili da produrre, non si deteriorano se non in tempi lunghissimi, mantengono fresco e croccante e/o morbido il prodotto, ma occludono le nostre arterie , dato che producono colesterolo LDL, il colesterolo cosiddetto cattivo, che causa trombi e impedisce al sangue di circolare con le conseguenze sulla salute tristemente note : ictus, infarto, ma la lista delle patologie  potrebbe essere più lunga…

– Un altro aspetto negativo è che sono presenti in una quantità molto vasta di cibi, che consumiamo tutti i giorni;  ma la maggior parte delle persone non sa neanche che cosa siano e addirittura  ne ignora l’esistenza. Ma chi fa un grande uso di prodotti che contengono acidi grassi trans mette a rischio la propria salute.

– Il mondo dei fast-food , grazie  a questi grassi, può offrire  patatine fritte più croccanti e saporite e può cambiare l’olio molto più raramente; può proporre cibi gustosi, ma molto nocivi.

– Oltre a questi prodotti i fast-food in generale vendono cibi certamente non dietetici e non sani per altri motivi: contenuto troppo alto di grassi animali e vegetali e di zuccheri. Lo dimostra Morgan Spurlock  nel suo film-documentario “SUPER SIZE ME”, in cui, sulla sua pelle, fa l’esperimento di mangiare tutti i  pasti di tutti i giorni per trenta giorni solo ed esclusivamente ai ristoranti MACDONALD, nel formato massimo delle porzioni, la SUPER SIZE appunto. Dopo un mese il nostro protagonista è ingrassato di quattordici chili, ha problemi gravi al fegato, il sangue si è “ispessito” e contiene troppo colesterolo, è sempre stanco e svogliato e ha “contratto” una sorta di dipendenza da cibo. Fa tutto questo per dimostrare che l’alimentazione “fast-food” non va bene per la salute.

 

CONCLUSIONE

 

– A questo punto ci si possono porre le seguenti domande :

  • TECNOLOGIA USATA ACRITICAMENTE AL SERVIZIO DEL PROFITTO O IN MODO EQUILIBRATO SALVAGUARDANDO L’AMBIENTE ?
  • QUANTITA’ O QUALITA’ O TUTT’ E DUE LA’ DOVE  E’ POSSIBILE ?
  • RISPARMIO/PROFITTO O SALUTE ?